Nato a Catania nel 1954. Vive ed opera a Catania.
Una mano (una mano) e gia in movimento. Ha afferrato uno straccio, un pezzo di spago, un legno, non sapendo ancora (la mano) quale scossa imprimere agli eventi, C'e solo un'ansia, un vago sentore di cio che sta per essere: ruvido, aspro, lieve, cedevole, sono le qualita di cio che va trasformato, che e li solo per prendere vita, per diventare altro.
A poco a poco, nervosamente, la materia subisce il trapasso: gira e rigira su se stessa, reagisce alle dita che la sollecitano, si tende, si incrina.
Una mano (l'altra mano) si solleva e fa da visiera agli occhi. C'e un punto lontano - al di la della menzogna - dove le cose si annullano e solo rimane l'energia che le sorregge: e li che un legno, un pezzo di spago, uno straccio devono andare a finire, ma in che modo?
Tutto e a portata di mano, tutto e irrangiungibile. L'impotenza si accanisce sull'esistente, trae colori e forme, combina, lacera, sconvolge.
Adesso le mani (entrambe le mani) sono mosse dallo stesso istinto: complicare le cose semplici per renderle piu semplici, piegarle a dire il possibile, ossia suggerire l'impossibile.
L'artificio e questa forza e questa debolezza insieme: il gesto magico che finche viene ripetuto, non e mai vittoria ne fallimento, ma laboriosa e impaziente attesa.
Andrea Sottile
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